Marcia indietro sulla tassa per le colf.

Il comma 31 dell’art. 2 della legge 92/2012 ha istituito una tassa sui licenziamenti che può arrivare fino a 1.450,00 euro. Pur giudicandola una pessima idea in generale molti commentatori avevano evidenziato che nel particolare settore delle colf e badanti avrebbe fornito un forte incentivo al già  dilagante problema del lavoro in nero.

A seguito delle proteste delle associazioni di categoria il ministero ha chiarito che questa tassa non è applicabile alle famiglie ma solo alle imprese. La bomba è stata quindi disinnescata.

Questo però non significa che questa tassa non sortirà  effetti negativi nel mondo delle imprese. In questo momento addossare ulteriori lacci e balzelli sui datori di lavoro è come sparare sulla Croce Rossa. Nessuno deve dimenticarsi che se l’economia si riprenderà  e l’Italia non farà  la fine della Grecia sarà  solo grazie alla ricchezza prodotta dagli imprenditori, dai loro dipendenti e collaboratori. La politica e la burocrazia – necessari per un ordinato sviluppo di una società  civile – devono favorire e aiutare l’impresa e non vessarla e intralciarla come avviene in questo paese.