Il fallimento delle banche italiane dal gennaio 2016.

il 2 luglio 2015 il parlamento ha approvato una legge che, a partire dal 1/1/2016, impedirà il salvataggio delle banche in crisi mediante interventi o aiuti di stato.

Questa legge permetterà l’applicazione di un meccanismo (bail-in) mediante il quale la banca sara’ salvata dall’interno utilizzando in rigido ordine gerarchico i soldi di:

  1. azionisti;
  2. obbligazionisti;
  3. creditori non garantiti (c.d. chirografari);
  4. correntisti/depositanti con importi superiori a 100.000,00 euro;

Vedersi prelevare forzosamente denaro dal conto bancario per il salvataggio della banca fallita (magari malgestita da dirigenti disonesti o incapaci) è una spiacevole possibilita’ di cui ogni risparmiatore dal 2016 dovra’ tenere conto.

Inoltre e’ necessario sapere che in teoria i correntisti con depositi inferiori a 100.000,00 euro sono garantiti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, ma che in realtà, nel caso di crac di un istituto medio grande, il F.I.T.D. non sarebbe in grado di intervenire per mancanza di denaro accantonato: infatti i depositi tutelati ammontano a circa 476 miliardi di euro mentre il F.I.T.D. ha a disposizione 1,9 miliardi di euro. In pratica esistono coperture reali per 4 euro ogni  1.000 euro di depositi.

Il sistema bancario italiano ha circa 190 miliardi di crediti in sofferenza (di cui circa 40 miliardi di titoli greci), quindi pari al 27% di tutto il  capitale e riserve del sistema bancario italiano.

Nella allocazione dei risparmi e delle risorse patrimoniali è fondamentale tenere conto anche di questa nuova legge, dei rischi interni al sistema bancario italiano e anche delle perturbazioni economiche e finanziarie in atto a livello globale.